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Ascoltare analiticamente non significa ascoltare solo a ciò che viene detto, ma anche a quanto giace sotto la superficie in attesa di essere pronunciato. L’ar¬ti¬colo parte dall’insight di Jung sull’”elemento terzo” che verrebbe a crearsi intrapsichicamente nell’incontro analitico. Il concetto di terzo analitico di Ogden viene usato per descrivere gli aspetti clinici della “terzietà”. L’autore si sofferma in particolare sul modo in cui si crea questo stato di terzietà e su come sia possibile approcciarlo attraverso la funzione della rêverie e del sogno. Si chiede come utilizzare il materiale che affiora e, da ultimo, si interroga sul destino finale della terzietà in un’analisi riuscita attraverso il riesame delle tavole quattro e dieci del Rosarium. Il focus cade in particolare sulla percezione e sui possibili significati dei motivi mitologici che affiorano nella mente dell’analista durante la seduta. La terzietà può essere vista come l’aspetto interpersonale dell’anima media natura e funziona predisponendo alla permeabilità sia interiore che tra gli individui, laddove l’azione dell’anima media natura significa che individuo e mondo sono sempre inseparabili.

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